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E'
stata la compagnia Teatro Tragodia
a “stappare” per la prima volta le gazzose teatrali. E la bevanda
effervescente è stata quella de “La Fabbrica delle Gazzose”,
il teatro che sabato 22 ottobre2005 alle 18 ha aperto i battenti in via
Gramsci 33 dopo i lavori di restauro e messa a norma iniziati nel maggio
2005.
<Non faremo gazzosa, ma teatro popolare in lingua sarda e non solo>, ha
annunciato Virginia Garau, attrice e presidente della compagnia Teatro
Tragodia di Mogoro. <In effetti le gazzose ci saranno davvero, ma non
saremo noi a farle>. A produrle è stata l’azienda Siete Fuentes in
gemellaggio con la
compagnia teatrale per l’occasione: ha prodotto
infatti le mitiche bottigliette cariche di bollicine con la speciale
etichetta de “La fabbrica delle gazzose” e il tappo a corona color
azzurro cielo con lo scorpione nero simbolo della compagnia Teatro Tragodia. Ogni spettatore potrà sorseggiarne una alla fine di ciascun
spettacolo. All’origine dello spumeggiante incontro tra l’azienda sarda
produttrice di bibite e la compagnia teatrale mogorese, la voglia di far
rivivere l’antica fabbrica delle gazzose locale, ma anche il taglio di
fondi da parte della Regione arrivato come un fulmine a ciel
sereno:<Costruire un teatro a Mogoro e in Marmilla era un sogno che
perseguivamo da tempo, ma i tagli effettuati dalla Regione ai
finanziamenti per le attività artistiche e culturali ci hanno creato non
pochi problemi e così abbiamo
cercato degli sponsor. E chi se non una
delle più note aziende produttrici di gazzose in Sardegna - dice
Virginia Garau – visto che con il nostro teatro ritorna alla vita il
vecchio locale dove per vent’anni mio padre produceva aranciate,
gazzose, spuma, digercola, menta e orzata caserecce?>. Si svela così
anche il perché del nome La fabbrica delle gazzose dato al teatro di
circa 200 metri quadrati di cui 40 dedicati al palco e il resto occupato
da camerini, bagni, locale tecnico e posti a sedere. Certo è, comunque,
che le produzioni continueranno a essere frizzanti e briose, ma più
adatte ai piaceri della mente e dello spirito che del palato.
Naturalmente made in Mogoro, come del resto attori, artisti e tecnici,
ma anche materiali, lavori di falegnameria e impianti di condizionamento
nonché l’ingegnere che ha realizzato il progetto, Francesco Orrù. E a
testimonianza della voglia di continuità tra passato e presente a
tagliare il nastro del piccolo teatro della compagnia e stata Angela
Brigas, moglie di Antonio Garau, capostipite della famiglia Garau e
imprenditore della gazzosa mogorese, oltre che madre del presidente di
Teatro Tragodia. Dopo il taglio del nastro una parentesi modaiola con
una serata dedicata alla mostra degli abiti di scena utilizzati dalla
compagnia nel corso dei 18 anni d’attività. <E' stata una serata
dedicata esclusivamente a chi ci ha sostenuto in questi anni e ha
condiviso con noi il sogno di portare arte e cultura in un teatro tutto
nostro>, continua Virginia Garau. <Ce l’abbiamo fatta, ora finalmente il
sogno è diventato realtà>. Padrini artistici del teatro da 99
posti sono stati i “Furias” autori di musica etno-discoteca sarda.
<hanno aperto la rassegna Ultimo Teatro che ha inaugurato l’effettivo
ingresso del nostro teatro nel mondo dell’arte hanno cominciato
con il primo spettacolo il martedì primo novembre>. |